Il presidente della Provincia di Viterbo e dell’UPI Lazio, Alessandro Romoli, ha lanciato un appello chiaro dalla 38ª Assemblea Nazionale delle Province d’Italia svoltasi a Lecce: “La riforma delle Province non è più rinviabile”. Un intervento che fotografa le difficoltà di un sistema istituzionale rimasto “sospeso” da un decennio.
Una situazione ancora confusa
A dieci anni dalla riforma Delrio, il quadro istituzionale resta incerto. “Nel Lazio siamo fermi alle condizioni del 2015-2016”, ha spiegato Romoli durante il panel dedicato all’innovazione della pubblica amministrazione. Una situazione aggravata dai tagli subiti tra luglio e settembre, che hanno costretto le Province a rivedere programmazioni e priorità.
L’impegno sul territorio
Nonostante le difficoltà, la Provincia di Viterbo continua a garantire servizi efficienti ai 60 comuni del territorio. L’ente si occupa di digitalizzazione, cyber security e gestione delle graduatorie pubbliche, attività svolte anche per le amministrazioni centrali. Un lavoro che si scontra però con una realtà preoccupante: “Le nostre province si stanno spopolando”, ha sottolineato Romoli, evidenziando la necessità di interventi concreti sul tessuto sociale ed economico.

La ricetta per il futuro
Il presidente ha indicato tre correttivi urgenti: costituzione della giunta provinciale, allineamento della durata del mandato tra presidente e consiglieri, e ridefinizione chiara delle competenze tra regioni, province e comuni. “È il momento di ridare piena autonomia agli enti per rispondere ai bisogni delle comunità locali”, ha concluso.
All’assemblea ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ribadito il ruolo costituzionale degli enti locali nell’organizzazione democratica del Paese. Parole che confermano come le Province non possano restare in una condizione di incertezza e meritino strumenti adeguati per svolgere le funzioni che la Costituzione ancora attribuisce loro.