Bilancio comunale

Tassa di soggiorno: previsti 580mila euro di incasso nel 2026, il Pd critica la gestione dei fondi

La consigliera Sanna accusa l'amministrazione Frontini di utilizzare l'imposta come "bancomat", sollevando dubbi sulla trasparenza e la programmazione turistica

Tassa di soggiorno: previsti 580mila euro di incasso nel 2026, il Pd critica la gestione dei fondi

Un dibattito acceso si è acceso a proposito della tassa di soggiorno, con il Partito Democratico (Pd) che solleva dubbi sull’utilizzo dei fondi e l’amministrazione comunale che difende le proprie scelte. La questione ruota attorno ai guadagni derivanti da questa imposta, che i visitatori versano per il pernottamento, e al modo in cui tali somme vengono reinvestite per la comunità. I numeri mostrano un trend positivo per la città, ma le divergenze politiche emergono sulla gestione di queste risorse.

Dettagli sugli incassi, le destinazioni e le critiche

Secondo le stime, nel 2026 l’incasso previsto dalla tassa di soggiorno raggiungerà i 580mila euro, un aumento significativo rispetto ai 480mila euro previsti per il 2025 (di cui 409mila euro già in cassa). L’assessora al bilancio, Elena Angiani, ha delineato le principali destinazioni di questi fondi. Una parte consistente, pari a 191mila euro, sarà destinata a coprire le rate dei mutui (oltre a 16mila euro di interessi passivi) legati a opere di riqualificazione urbana, come il museo Civico, la torre Civica, il collegamento coperto di via del Ganfione, la ripavimentazione di piazza del Plebiscito e i lavori per il museo di palazzo dei Priori. Altre voci importanti includono 141mila euro per il Trasporto della Macchina di Santa Rosa e 169mila euro per sostenere la candidatura di Viterbo a Capitale europea della cultura 2033. Sono previsti anche 37mila euro per il restyling della cartellonistica promozionale e 23mila euro per la gestione dell’ufficio turistico. Tuttavia, l’opposizione, guidata dalla consigliera Francesca Sanna, ha espresso forti critiche sulla trasparenza e sulla programmazione. La consigliera ha sottolineato la necessità di capire come sono stati utilizzati i fondi stanziati in passato, in particolare i 70mila euro destinati alla candidatura a Capitale della cultura nel 2024. Il sospetto è che la tassa di soggiorno venga utilizzata come un “bancomat” per coprire varie spese, senza una chiara strategia turistica.

La replica dell’amministrazione e le precisazioni sui fondi per la cultura

L’assessore Angiani ha risposto alle critiche, chiarendo la situazione sui fondi destinati alla candidatura a Capitale della Cultura. Ha spiegato che dei 70mila euro previsti per il 2025, solo 3mila sono stati effettivamente spesi a causa dei tempi tecnici necessari per l’avvio delle procedure legate al bando per la comunicazione. L’amministrazione Frontini ha quindi cercato di giustificare le proprie scelte, spiegando le tempistiche e le modalità di spesa dei fondi, nel tentativo di dissipare i dubbi sollevati dall’opposizione. Il dibattito sulla tassa di soggiorno e sulla sua gestione rimane aperto, con l’opposizione che chiede maggiori chiarimenti sulla programmazione turistica e l’amministrazione che difende le proprie scelte, mirate a sostenere progetti di riqualificazione e valorizzazione della città.

Il contesto della vicenda

In sintesi, la discussione sulla tassa di soggiorno a sottolinea l’importanza di bilanciare le esigenze di finanziamento di progetti con la trasparenza e la programmazione. L’amministrazione comunale sta lavorando per rendere Viterbo una meta turistica sempre più attrattiva, con progetti che mirano a migliorare l’offerta culturale, rilanciare il territorio e che puntano ad accrescere il turismo. Il dibattito politico, tuttavia, evidenzia la necessità di una gestione oculata e trasparente delle risorse, per garantire che i benefici della tassa di soggiorno siano percepiti da tutta la comunità.