Tesori Riscoperti

Ritrovamento a Venezia di reperti etruschi rubati nella Tuscia: un viaggio di secoli

Dieci manufatti di inestimabile valore, tra cui un'olpe del VI secolo a.C., recuperati dai Carabinieri dopo essere stati trafugati e trasferiti dalla Tuscia.

Ritrovamento a Venezia di reperti etruschi rubati nella Tuscia: un viaggio di secoli

Un’operazione congiunta dei Carabinieri e della Procura di Venezia ha portato al ritrovamento di dieci manufatti etruschi di inestimabile valore, il cui viaggio attraverso l’Italia ha avuto fine nella città lagunare. I reperti, frutto di scavi clandestini nell’area etrusco-laziale, in provincia di Viterbo, erano stati trafugati e successivamente immessi nel mercato illegale, prima di essere intercettati dalle forze dell’ordine.

Dalla tuscia a venezia: Un percorso di quasi 500 chilometri

Il ritrovamento è avvenuto a seguito di un’indagine durata oltre un anno, avviata dalla Procura di Venezia a seguito di un’ispezione in una proprietà privata. I Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Venezia hanno scoperto i dieci reperti archeologici etruschi, ponendo fine a un viaggio di quasi 500 chilometri dalla Tuscia alla città lagunare. Tra i manufatti recuperati spicca un’olpe, una brocca dalla forma allungata e dall’imboccatura rotonda, tipica della ceramica etrusca del VI secolo a.C.. Le indagini hanno rivelato che i reperti provenivano da scavi clandestini nel cuore dell’Etruria, precisamente nell’area etrusco-laziale in provincia di Viterbo. Dopo essere stati trafugati, i manufatti sono stati trasferiti a Venezia, dove sono stati individuati in una casa privata. Gli occupanti dell’abitazione si sono dimostrati estranei al traffico illecito di reperti archeologici, agendo in buona fede.

Dettagli e pregi dell’olpe ritrovata

L’olpe ritrovata, risalente al VI secolo a.C., è un esempio di maestria artigianale etrusca. La sua decorazione a fasce parallele, con tonalità che vanno dal rosso al bianco, è arricchita da figure di animali reali e fantastici, oltre a rosette circolari. La parte inferiore dell’oggetto è ornata da una “catena di denti di lupo”, un motivo ornamentale ricorrente nell’arte etrusca. L’olpe, insieme agli altri reperti recuperati, rappresenta una testimonianza preziosa della civiltà etrusca, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia e nella cultura dell’Italia centrale.

Restituzione allo stato e assegnazione al museo archeologico nazionale di fratta polesine

Dopo il dissequestro dei beni, avvenuto lo scorso maggio, i reperti sono stati restituiti allo Stato italiano. L’ultimo passaggio burocratico ha visto l’assegnazione definitiva dei manufatti al Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo. Il museo avrà il compito di valorizzare e curare i reperti, rendendoli accessibili al pubblico e agli studiosi. Questo ritrovamento rappresenta un importante successo nella lotta contro il traffico illecito di beni culturali e un’occasione per approfondire la conoscenza della civiltà etrusca e del suo ricco patrimonio artistico e culturale.