Un camionista settantenne dell’Alta Tuscia è stato assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, dalle accuse di violenza sessuale mosse nei suoi confronti. L’accusatrice, una donna rumena di 59 anni, era la badante dei genitori dell’imputato. Il processo, avviato lo scorso anno, ha visto l’uomo difeso dall’avvocato Giuseppe Picchiarelli.
Le accuse e le testimonianze
I presunti abusi si sarebbero verificati tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. La badante, sentita in aula nell’ottobre del 2024, ha raccontato di avances non gradite che sarebbero sfociate in due episodi di molestie. In un’occasione, la donna ha affermato di essere stata palpeggiata nella stanza dei genitori dell’uomo, riuscendo a divincolarsi e a rifugiarsi in cucina. Nel secondo episodio, a gennaio 2015, la donna avrebbe reagito gridando e respingendo il camionista. Successivamente, la badante chiese il licenziamento, motivandolo anche con una presunta violazione contrattuale riguardante il numero di anziani di cui doveva occuparsi. La donna ha anche menzionato in aula un presunto episodio di molestie a danno di una sua collega.
La difesa e la sentenza
Durante la requisitoria, il pubblico ministero Aurora Mariotti aveva richiesto una condanna a due anni e mezzo di reclusione. L’avvocato Giuseppe Picchiarelli, difensore dell’imputato, ha però sottolineato la mancanza di prove oggettive e ha dimostrato che nelle date indicate dalla donna, il suo assistito era regolarmente al lavoro. Il tribunale ha quindi emesso la sentenza di assoluzione.
Chiusura del caso
La vicenda giudiziaria, iniziata con accuse pesanti, si è conclusa con una decisione che scagiona completamente il camionista settantenne. La sentenza pone fine a un periodo di incertezza legale per l’uomo, che può ora tornare alla sua vita.