Tragedia in strada

Automobilista condannato per omicidio stradale: confermata la sentenza per l’incidente mortale a Grotte Santo Stefano

La Cassazione respinge il ricorso dell'imputato, confermando la condanna a otto mesi per l'incidente avvenuto nel 2016

Automobilista condannato per omicidio stradale: confermata la sentenza per l’incidente mortale a Grotte Santo Stefano

Un tragico evento si è consumato a Grotte Santo Stefano, frazione di Viterbo, il 10 ottobre 2016, quando un pedone è stato investito e ucciso da un’auto. L’incidente, avvenuto in via Calabria, ha portato alla condanna dell’automobilista coinvolto, la cui sentenza è stata definitivamente confermata dalla Cassazione dopo il rigetto del suo ricorso. La notizia, riportata in data 1 dicembre 2025, ripercorre i dettagli di un evento che ha scosso la comunità locale, evidenziando le dinamiche dell’incidente e le decisioni prese dalla magistratura. La sentenza della suprema corte, depositata in seguito all’udienza del 9 ottobre, chiude un iter giudiziario che ha visto coinvolti vari gradi di giudizio, confermando la responsabilità dell’imputato.

Dinamica dell’incidente e valutazioni tecniche

L’incidente si è verificato intorno alle 7:15 del mattino. Terzo Stella, la vittima, un uomo di 74 anni, stava attraversando la strada quando è stato colpito da una Citroen C1 guidata da un 43enne residente a Viterbo. Secondo quanto emerso dagli accertamenti, Stella stava attraversando a circa un metro e venti da un attraversamento pedonale, con andatura diagonale e spedita. L’auto, procedendo a circa 30 chilometri orari, ha colpito il pedone con lo specchietto retrovisore e il montante destro del parabrezza, sbalzandolo per oltre cinque metri. Le ferite riportate da Stella sono state fatali, portando al suo decesso in ospedale intorno alle 12 dello stesso giorno. La Cassazione ha focalizzato l’attenzione sulla valutazione tecnica della dinamica dell’incidente, confermando le decisioni della corte d’appello del 2024. Le simulazioni del consulente tecnico del pubblico ministero hanno evidenziato che l’imputato aveva la possibilità di vedere il pedone a 21 metri di distanza, con tempo sufficiente per frenare ed evitare l’impatto. La velocità della vittima, stimata in circa 1,5 metri al secondo, è stata ritenuta coerente con i danni riportati dall’auto e la posizione finale del corpo. La difesa aveva cercato di sostenere una velocità maggiore da parte del pedone, ma questa tesi non è stata supportata da elementi tecnici validi.

Iter giudiziario e decisioni della cassazione

La difesa del 43enne ha insistito sul comportamento colposo della vittima, che avrebbe attraversato improvvisamente e fuori dalle strisce pedonali, rendendo inevitabile l’impatto. Tuttavia, la Cassazione ha ribadito il principio secondo cui la responsabilità del conducente può essere esclusa solo se la condotta della vittima si configura come causa eccezionale, atipica, imprevista e imprevedibile. Nel caso specifico di Grotte Santo Stefano, l’attraversamento è stato considerato prevedibile, essendo avvenuto in un contesto urbano, vicino a un’intersezione e dopo un attraversamento pedonale. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando la condanna a otto mesi (con attenuanti) già definita in primo e secondo grado. È stato confermato anche il beneficio della non menzione e la riduzione della sospensione della patente da sei a tre mesi, decisa dalla corte d’appello. L’imputato è stato, inoltre, condannato al pagamento delle spese processuali e di 3.000 euro alla cassa delle ammende. La sentenza definitiva chiude un capitolo doloroso per la famiglia della vittima e conferma la responsabilità dell’automobilista nell’incidente che ha causato la morte di Terzo Stella.

Ulteriori provvedimenti

La sentenza definitiva della Cassazione segna la conclusione del processo. Il rigetto del ricorso e la conferma della condanna a otto mesi per l’automobilista sottolineano l’importanza della prudenza e del rispetto delle regole stradali, in particolare nei contesti urbani dove l’attraversamento pedonale è frequente. La decisione dei giudici ribadisce, inoltre, l’importanza di una corretta valutazione delle dinamiche dell’incidente, basata su elementi tecnici e scientifici, per accertare le responsabilità e garantire giustizia alle vittime e alle loro famiglie.