Il corpo docente e il personale ATA di Caprarola e Carbognano hanno espresso forte preoccupazione in merito alla riorganizzazione della rete scolastica della provincia di Viterbo, in seguito all’ufficializzazione da parte della Regione Lazio del nuovo assetto per gli istituti della Tuscia. La misura prevede il trasferimento del plesso di Caprarola, precedentemente noto come Istituto “Roberto Marchini” e attualmente parte dell’Istituto di Fabrica di Roma, sotto la dirigenza dell’Istituto comprensivo “Virgili” di Ronciglione.
La reazione del corpo docente e del personale ata
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte del corpo docente e del personale ATA di Caprarola e Carbognano, che hanno espresso il loro dissenso attraverso una nota ufficiale. In essa, i lavoratori della scuola definiscono “imprescindibile esprimere il nostro parere riguardo queste decisioni piovute dall’alto”, sottolineando la mancanza di consultazione e il mancato coinvolgimento del personale scolastico nelle scelte che riguardano il futuro dell’istituto.
Critiche alla logica politica e alla tempistica delle scelte regionali
Il nodo centrale della contestazione riguarda la logica politica e la tempistica delle scelte regionali. Il personale scolastico evidenzia una contraddizione rispetto al recente passato, ricordando come la stessa giunta che due anni fa aveva decretato la fine dell’autonomia dell’Istituto Marchini, accorpandolo a Fabrica di Roma, ora cambi nuovamente direzione. Nel documento si legge infatti che l’amministrazione, dopo quella prima fusione, “ora ha deciso di smembrare i due plessi e la comunità educante per questa nuova riorganizzazione“. I firmatari della nota sottolineano come questa mossa ignori il parere tecnico del territorio. Infatti, lo scorso giugno, il consiglio d’istituto del San Giovanni Bosco aveva “rigettato con maggioranza schiacciante la proposta di accorpamento al Virgili”, esprimendo la volontà di famiglie e lavoratori contrari a tale cambiamento.
Le ricadute didattiche e sociali paventate
Le preoccupazioni del personale si concentrano principalmente sulle ricadute didattiche e sociali che la riorganizzazione potrebbe comportare. Secondo la nota diffusa, la separazione tra il plesso di Caprarola e quello di Carbognano comporterebbe lo “scorporo di una comunità educante consolidata da decenni, con enormi ripercussioni sui lavoratori e sugli alunni“. In particolare, viene descritto uno scenario allarmante per la scuola secondaria, che secondo i docenti “uscirebbe devastata da questa ulteriore suddivisione“, con il rischio concreto che “perderebbe molti titolari di cattedra“. Tale situazione innescherebbe un meccanismo a catena che porterebbe alla “perdita della continuità didattica dei docenti, sia curriculari sia di sostegno“, interrompendo il delicato rapporto educativo, specialmente con gli alunni con Bisogni Educativi Speciali.
L’offerta formativa e l’indirizzo musicale a rischio
Un ulteriore punto di preoccupazione è rappresentato dall’offerta formativa, con un focus specifico sull’indirizzo musicale, definito dai docenti “una specificità d’eccellenza del nostro istituto“. Il timore è che l’incertezza e i trasferimenti del personale possano compromettere i progetti avviati e la stabilità delle cattedre di strumento, arrecando “gravi disagi soprattutto agli alunni e alle loro famiglie“, che vedrebbero così penalizzata un’eccellenza del territorio.
Aperto il dialogo e avanzata una controproposta
Nonostante le preoccupazioni espresse, la componente scolastica si dichiara aperta al dialogo, precisando: “Non siamo contrari per principio ai cambiamenti“. Tuttavia, chiedono di essere consultati prima di una decisione definitiva e avanzano una controproposta tecnica precisa: “lasciare tutta la ssig e la primaria di Carbognano con il S. Giovanni Bosco di Fabrica e assegnare la scuola primaria e dell’infanzia di Caprarola al Virgili di Ronciglione“. Secondo i docenti, questa soluzione alternativa permetterebbe loro di “esercitare fino in fondo il nostro ruolo di educatori, con la comunità e per il bene di questa”, garantendo la continuità didattica e preservando l’offerta formativa esistente.